venerdì 28 ottobre 2011

Solidarietà di Ferenc Macrì (GD) al sindaco di Cotronei
«Esprimo la mia solidarietà al sindaco di Cotronei, Nicola Belcastro, tra l’altro coordinatore provinciale del PD, per il vile gesto vandalico del quale è stato vittima. Sono convinto che la cultura della legalità e della buona politica debbano essere più forti di qualunque tipo di intimidazione e che il compagno Belcastro, saprà portare avanti la forte e incisiva azione amministrativa con la consueta e riconosciuta efficacia, di cui ne è stato sempre modello. Nel condannare qualsiasi forma di violenza, ho fiducia che le Forze dell’Ordine facciano piena luce sull’accaduto per restituire piena tranquillità al sindaco e a tutta la cittadinanza».
Ferenc Macrì
Direzione Nazionale Giovani Democratici
 Consigliere d’Amministrazione presso l’Università della Calabria

giovedì 7 ottobre 2010

Ignazio Messina incontra Musi: Rivoluzione culturale in Calabria PDF Stampa E-mail
Scritto da Ufficio Stampa   
Giovedì 07 Ottobre 2010 19:33
ignazio-messinaCOSENZA - Ignazio Messina, deputato e Commissario calabrese dell'Idv ha incontrato oggi il Senatore e Commissario del Pd, Adriano Musi. "Incontro propositivo e proficuo- dice Messina - durante il quale ho esposto gli obiettivi di Idv che sono quelli di dare una svolta alla politica Calabrese in una regione che vive in forti difficoltà per la criminalità organizzata alla quale la classe politica deve dare delle risposte forti. Come Idv, abbiamo dunque chiesto, proposto e preteso che, come abbiamo già fatto alle elezioni regionali, si presentino delle liste pulite, con candidati a posto con la legge, di specchiata moralità e che non si sottraggano al vaglio della commissione antimafia. Il controllo – continua Messina - non sarà solo sulle nostre liste, ma sarà una pregiudiziale per le alleanze. Ci alleeremo dunque solo con chi farà gli stessi controlli perché vogliamo dare garanzie alle persone e al territorio. Siamo disponibili dunque a fare un progetto culturale che poi diviene anche amministrativo per il rilancio della Calabria e considerato che, tra un anno ci sarà la rivincita delle regionali è necessario produrre un progetto comune di rilancio economico, culturale, morale della politica calabrese, condiviso con tutti. Italia dei valori – conclude Messina - vuole altresì essere protagonista di questa rivoluzione a partire dalla scelta degli uomini migliori da presentare nelle istituzioni, noi non accetteremo imposizioni ma dovremmo essere tutti impegnati a sostenere la proposta migliore per tutti".

I GIOVANI E LA SOCIETÀ DEL SAPERE,IL LAVORO E LA LEGALITÀ

Giovani e  società del sapere, giovani e lavoro, giovani  e legalità. Temi sempre più importanti per il nostro futuro, per il futuro dell’odierno sistema globale.
La società contemporanea è stata definita società della conoscenza, visto che per mezzo del sapere (un sapere non più chiuso all’interno di contenitori prestabiliti, ma presente ovunque, pensiamo ad internet) si esercita la propria forza, determinando le opportunità d’inclusione o di marginalizzazione.
 In tal senso, essa si presenta come società competitiva, selezionando in tal modo chi dovrà governarla, da chi rischia l’esclusione per mancanza di opportunità.
Diventa allora necessario definire un orizzonte che dovrebbe spingerci nella giusta direzione che  ci propone di guardare a chi l’uomo possa essere nella sua pienezza, e nel contempo ci sprona ad affrontare, con rinnovata urgenza, la questione educativa.
Il sistema della scuola, dell’università, della ricerca, della cultura italiana, sta vivendo un momento di fortissima preoccupazione per il proprio futuro. Nelle scuole  scelte improvvisate e controriformatrici  stanno generando un clima di incertezza preoccupante per gli studenti e per le famiglie, tale da generare – come ci avverte un recente sondaggio – un clima di disaffezione verso il proprio lavoro e la propria funzione sociale da parte della maggioranza dei docenti.
Se vogliamo che la scuola funzioni come un efficace motore di uguaglianza e come un fattore di crescita, bisogna che si irrobustisca”. Queste parole del Presidente Napolitano si devono intendere come estese a tutto il mondo della formazione pubblica dalle elementari all’Università; ma se il Presidente ha sentito il bisogno di ricordarlo è proprio perché la situazione della Scuola e dell’Università è decisamente grave e sottovalutata.
Da alcuni anni l’Università viene sistematicamente ridimensionata, i tagli di risorse a cui è sottoposta raggiungeranno nel 2011 il 20% rispetto ai finanziamenti erogati nel 2008, già allora sottostimati rispetto alla media europea. L’alta formazione in Italia è sotto-finanziata in un modo drammatico. Siamo il paese che investe in questo campo solo un imbarazzante 0,8% del Prodotto Interno Lordo, contro quasi il doppio della media europea.

In questa Università depauperata, ai cui dipendenti (e in particolare ai giovani ricercatori!) si applicano tagli di stipendio che sono in proporzione più drastici che per qualsiasi altra categoria del paese, si nega poi ogni prospettiva proprio ai più giovani, a quelli che ne devono garantire il futuro, i ricercatori appunto, che in questi anni, con il loro impegno non dovuto nella didattica, hanno contribuito a garantire il funzionamento dell’alta formazione in Italia.
E non parlo, per non dilungarmi troppo, dei tagli che sta subendo da più anni ormai la scuola primaria e quella secondaria.
La nostra speranza è che il paese si renda conto che il taglio alla ricerca, all’alta formazione, all’innovazione nega alla base il futuro dei giovani e in prospettiva il destino stesso dell’Italia nella competizione globale.
Il futuro dei giovani. Eccolo il problema.
Certo viviamo in tempi difficili per la vistosa e perdurante crisi economica che sta attraversando e destabilizzando la società.
Le poche risorse di lavoro, soprattutto per il nostro territorio del Sud, sembrano destinate  a ridursi sempre più, le prospettive di sviluppo sono scarse e incerte e le famiglie stentano a vivere con un minimo di dignità.
Ma ne soffrono soprattutto i giovani. La crescita della disoccupazione giovanile è uno degli effetti più evidenti e drammatici dell’attuale crisi economica. Nel suo ultimo rapporto l’ISTAT ci dice che sono disoccupati 1  giovane su 3  e una giovane donna su 2.
Tanto più cresce la disoccupazione giovanile, tanto più si afferma l’idea che l’istruzione non serve né a trovare lavoro, né come fattore di mobilità sociale. Ciò porta ad indebolire motivazioni e, in definitiva, le capacità di apprendimento, con effetti da non sottovalutare sulla futura qualità del capitale umano.
E i ragazzi escono dalle scuole pensando che valga la penna vivere solo di presente. Non possono uscire di casa per farsi una famiglia, non hanno prospettive future se non nuvoloni neri di recessione e povertà culturale. Niente figli, i figli costano! Niente matrimoni, i matrimoni costano.  Niente sogni, i sogni costano! Niente futuro, il futuro costa!
Niente lavoro! Il lavoro costa!
Stiamo uccidendo la speranza.

E uccidendo la speranza, si corre il rischio che venga meno  quella voglia , che è propria dei giovani,  di cambiare il mondo, di combattere le ingiustizie, di reagire alle prepotenze ed ai soprusi, di contrastare le illegalità.
Noi viviamo in una regione dove, purtroppo, la violenza, la frequenza dei reati, la presenza della criminalità organizzata, ancora oggi, rimane una componente strutturale di vaste aree, dove taluni cittadini sono costretti a vivere in condizioni di sudditanza, di intimidazione e di omertà, dove traumatico è il contatto con l’ambiente, con taluni quartieri, con la loro realtà di miseria, di disoccupazione, di carcere, di dolore e di morte, ove spesso unica maestra di vita, soprattutto per i ragazzi cresciuti troppo in fretta, è la strada e non la famiglia o la scuola.

E ancora in Italia assistiamo ad una grave crisi della legalità: è venuto meno il sistema dei valori, il senso etico. Le notizie, i dati, le informazioni riportate dagli organi d’informazione ci parlano di cattivi esempi, che portano a cattive imitazioni.
L’unanime consenso, anche in aule parlamentari, ad invettive contro la magistratura; l’esplicita ammissione che le pratiche clientelari, l’occupazione delle strutture sanitarie, l’interesse nei rapporti economici e negli affari sul territorio costituiscono comportamenti normali a cui tutti si attengono; le opere pubbliche generosamente finanziate, magari contese a colpi di tangente o di attentati, iniziate e mai completate con notevole spreco del danaro dei cittadini.

Da qui il pericolo del disimpegno morale, di frequenti comportamenti antisociali, di mancanza di senso civico, accompagnato dalla diffusa tentazione di “farsi gli affari propri”.
E i giovani  lasciati senza sogni, si riducono a creature spinte solo da impulsi, abbandonando il sogno perdono la volontà di fare la storia e la capacità di comprenderla.
La qualità più importante che possiedono i giovani oltre all’entusiasmo è l’ingenuità.

Infatti, non ancora dotati del tipico scetticismo degli anziani, credono, nella loro ingenuità, che i loro sogni, le loro utopie siano realizzabili e ciò costituisce l’unica speranza che riescano a realizzare quelle cose che per il resto dell’umanità appaiono impossibili.

Occorre lavorare, allora, sul piano del sapere e della legalità, per trasmettere fiducia e valori ai giovani e renderli capaci di costruire nella quotidianità una nuova dimensione che non è solo semplice osservanza delle leggi, delle regole, ma un sistema di principi, di idee, di comportamenti, che deve tendere alla realizzazione dei valori della persona, della dignità dell’uomo, dei diritti umani, dei principi di libertà, eguaglianza, democrazia, verità, giustizia come metodo di convivenza civile.

Teniamo sempre a mente che la cultura, la conoscenza aprono la nostra mente alla riflessione ed al coraggio, al rispetto degli altri e alla tolleranza; ci rendono migliori, ci rendono più LIBERI.


Ferenc Macrì